a cura di Romolo Calandruccio
Il bello di fare ricerca, in ambito musicologo ma probabilmente anche altrove, è di conoscere il punto di partenza ma non quello di arrivo e durante il cammino si possono incontrare anche piacevoli sorprese. È così che durante il mio lavoro sulla biografia di Ferdinando Carulli, in corso di pubblicazione sulla rivista il Fronimo (sono usciti da luglio a gennaio 4 parti relative al periodo napoletano e a quello livornese, i prossimi riguarderanno il periodo parigino), mi sono trovato a scoprire diverse novità su altri chitarristi coevi di Carulli come queste su Fernando Sor.
Sull’arrivo e sul primo periodo parigino di Sor, escludendo la biografia di Brian Jeffery[1] e l’ottimo lavoro che la integra di Josep Maria Mangado Artigas, pubblicato sul Fronimo[2], ad oggi non esiste altro. Entrambi ipotizzano che Sor arrivò a Parigi nell’estate del 1813[3], la notizia, seppur ben argomentata nel lavoro di Mangano, mi lasciò subito dubbioso perché non spiega i motivi per cui Sor avrebbe aspettato quasi due anni prima di fare la sua prima apparizione pubblica avvenuta, secondo lo stesso Mangano, il 7 gennaio 1815, suonando tra l’altro un solo brano nel concerto svoltosi nel Foyer della Salle Olympique il cui organizzatore e protagonista era il flautista Jospeh Guillou.
Il primo dato storico che documenta la presenza di Sor nella capitale francese è, come risaputo, la data del Dépôt Légal della “Fantaisie Pour la Guitare dedicata a Ignace Pleyel” (fig. 1, futura Op. 7) del 6 agosto 1814, confermato a sua volta dall’annuncio pubblicitario apparso sulla Bibliographie de la France il 3 settembre 1814, entrambi “certificano” il suo domicilio in Rue du Helder, N.o 27[4], molto probabilmente la prima dimora parigina.
Fig. 1 – Fernando Sor Fantasia Op. 7, frontespizio
Inoltre, e questo è un dato nuovo*, la sua prima apparizione pubblica non fu quella del 1815 già citata bensì un’altra, risalente al 24 giugno 1814 e documentata dal giornale Le moniteur universel del 25 giugno 1814 (fig. 2):
“Ieri si è formato un grande raduno di veri amanti della musica per ascoltare un concerto con sottoscrizione tenuto dal Signor Sor, spagnolo, insegnante di chitarra estremamente abile. Quest’artista combina un rarissimo talento esecutivo con quello di compositore; e sia per l’uno che per l’altro ha ricevuto numerosi e vividi segni di apprezzamento. Lo strumento per il quale il Sig. Sor si professa è naturalmente ingrato: sembra gestibile solo per accompagnare piacevolmente una voce morbida e flessibile. Il Sig. Sor lo destina a un ruolo più alto: la sua esecuzione ferma, brillante e delicata allo stesso tempo, conferisce alla chitarra un effetto di armonia davvero eccezionale; sembra difficile portare oltre la conoscenza e la tecnica di questo strumento. Abbiamo ascoltato diversi artisti; il Sig. Fichinier ha eseguito perfettamente un’aria variata al clarinetto, e in un tema variato di sua composizione, il Sig. Libbon [sic] ha suonato il violino con l’elegante facilità e la grazia espressiva che è tipica del suo talento. Questo concerto è stato tenuto nell’ex gioco della palla corta in rue de Grenelle Saint-Honoré, che, predisposto per una sala da ballo pubblica, ha appena subito una nuova metamorfosi molto più felice. Il pubblico ha visto con tanto stupore quanto con piacere che la sala, ora dedicata esclusivamente alla musica, e destinata ai concerti, era stata ricostruita con questo intento. […]”.
Gazette Nationale ou Le Moniteur Universelle, 25 giungo 1814, p. 4
segue la descrizione di questa nuova sala.
Fig. 2 – Recensione del primo concerto di Sor
Purtroppo di questo primo concerto non possiamo ricavare nessuna notizia riguardo ai brani eseguiti da Sor. Gli artisti che hanno condiviso sono entrambi due musicisti di grosso calibro si tratta del clarinettista parigino Claude-Gabriel Péchignier[5] (fig. 3) e il famoso violinista Felipe (Philippe) Libon (fig. 4), di origine spagnola, le frequentazioni e gli incarichi a corte di quest’ultimo, la dicono lunga sulle amicizie influenti di cui godeva Sor a Parigi che sicuramente contribuirono a inserirlo nell’alta società parigina.
Fig. 3 – Claude-Gabriel Péchignier (Parigi 1782- ivi 1866)
Fig. 4 – Philippe Libon (Cadice, 1775 – Parigi 1838)
Basta poco perché si diffonda nella capitale la voce della presenza di un nuovo virtuoso e già qualche mese dopo il primo concerto pubblico, sul giornale La Quotidienne del 15 novembre 1814 (fig. 5), leggiamo che
“In ogni salone si parla di uno spagnolo chiamato Sor, che esegue sulla chitarra i pezzi più difficili e che fa diverse parti da solista: nulla eguaglia l’accuratezza, la brillantezza e la precisione del suo modo di suonare; coloro che potranno ascoltarlo ne trarranno sicuramente sorpresa e piacere. Quando il concerto è finito (perché il signor Sor ne dà uno in cui suona da solo), la signora Sor balla il bolero, il fandango, ecc., ecc., con una grazia e una leggerezza assoluta: è davvero l’unione dei talenti e delle arti.”
La Quotidienne, 15 novembre 1814, p. 3
Fig. 5 – La Quotidienne, 15 novembre 1814, p. 3
Questa breve notizia ci conferma l’apprezzamento di cui Sor godeva nell’ambiente parigino già pochi mesi dopo il suo primo concerto e ci fornisce un’informazione importante sulle modalità di proporre il concerto stesso, impostato sull’esigenza di varietà e gradevolezza, tanto da inserire la danza insieme alla musica. D’obbligo qui una riflessione sul nostro moderno proporre concerti in cui varietà e gradevolezza non sono sempre al centro delle preoccupazioni di esecutori e organizzatori.
Ma torniamo a quei primi anni dell’ottocento in cui Fernando Sor arrivò a Parigi.
Anche considerando la data del primo concerto, 24 giugno 1814, e restando fermi su quella di arrivo a Parigi, collocata nel 1813, resta comunque un periodo piuttosto lungo, un anno circa, in cui non si hanno notizie di sue attività musicale e direi pure della stessa presenza del compositore a Parigi, inoltre, dal tono dell’articolo del 15 novembre, quando l’anonimo recensore sottolinea che “in ogni salotto si parla” di questo chitarrista, sembrerebbe stesse parlando di una piacevole novità, il che presuppone che fosse arrivato da poco.
A questo punto vorrei fare una rilettura dei dati storici in nostro possesso, chiarendo innanzitutto che vi furono due grosse ondate di esuli “afrancesados” dalla Spagna, la prima nel 1813 a seguito della caduta di Giuseppe I Buonaparte e la seconda dopo il reinsediamento di Ferdinando VII al trono di Spagna il 14 maggio 1814 quando fece il suo ingresso trionfale a Madrid.
Per gli afrancesados gli anni compresi tra l’insediamento di Ferdinando VII e il 1820, furono un periodo di dura persecuzione e, nonostante il nuovo monarca avesse promesso di rispettarli, in realtà iniziò a esiliare tutti coloro che avevano collaborato con il governo di Giuseppe I e in modo particolare i patrioti liberali.
Tra i collaboratori dell’appena deposto governo francese in Spagna vi era il nostro Sor, infatti, uno dei suoi ultimi incarichi fu quello di “Commissario Principale della Polizia della provincia di Jerez” nel 1812, prima di spostarsi a Valencia nel 1813 sempre al seguito dei francesi[6].
Antonio Moliner Prada, in una concisa ma efficace analisi di questi avvenimenti, riesce a chiarire molto bene lo stato dell’arte di quel momento storico:
“Le reazioni degli afrancesados davanti al decreto del 30 maggio 1814 [emanato da Ferdinando VII] furono disperate perché significava il loro definitivo espatrio. Alcuni inviarono le loro proteste al monarca francese Luigi XVIII per intercedere presso Ferdinando VII. Altri, come Amorós, scrissero le proprie riflessioni anonime che suscitarono grande scalpore a Parigi perché in questo scritto chiedevano quale fosse il crimine di cui erano accusati e dichiaravano di aver sempre prevenuto il disordine e l’anarchia e collaborando con i francesi per la conservazione del patria. Infine, non esita a sottolineare l’azione di Fernando VII davanti al suo oppressore che fu deplorevole. Tutto ciò motivò le critiche dell’ambasciatore spagnolo a Parigi, Gómez Labrador, che chiese al governo francese di ritirare questo documento come ordinò il 29 luglio 1814. Tra il 1813 e il 1814 afrancesados e liberali conobbero l’esilio, i primi erano i perdenti di quella guerra, i secondi rappresentavano una parte dei vincitori. Le loro differenze erano evidenti, tuttavia la tragica vicenda gli fece mantenere una tregua forzata e formarono due comunità separate. Gli afrancesados si rifugiarono principalmente nel sud della Francia, per la vicinanza geografica alla Spagna, e a Parigi. Riconoscendo il loro status di rifugiati, ricevettero la protezione delle autorità francesi e un aiuto finanziario che fu mantenuto anche dopo la caduta di Napoleone e il ritorno dei Borbone al trono di Francia nel 1814. Il primo gruppo di francesi che accompagnò Giuseppe I nel suo viaggio da Madrid arrivarono a Bayonne il 13 giugno 1813 e beneficiarono delle misure prese dal prefetto locale e dalla popolazione che fornì loro rifugio e aiuto. Quando giunsero altri contingenti furono distribuiti in varie città, arrivando a concentrare circa 2.000 profughi nel sud-ovest della Francia, nei dipartimenti del Gers, dei Bassi Pirenei, di Landas e di Gironda. Città come Montpelier, Nimes e Perpignan divennero centri di accoglienza. Quelli con maggiori risorse economiche e un alto status sociale si stabilirono a Parigi e cercarono una vita migliore nella città cosmopolita […]”
Antonio Moliner Prada, Los exilios de afrancesados y liberal, Universidad Autónoma de Barcelona, http://fudepa.org/Biblioteca/recursos/ficheros/BMI20110000019/06_Moliner.pdf
A questo punto a me pare saggio, in assenza di documenti incontrovertibili, ipotizzare che Sor arrivò a Parigi a maggio o nei primi di giungo del 1814, facendo sicuramente parte di quelle persone con maggiori risorse e uno status sociale più elevato. Ebbe quindi giusto il tempo per trovar casa, aver conferma dei propri contatti già esistenti, di stringerne di nuovi e iniziare la sua brillante attività e concertistica. Attività che, lo abbiamo detto, inizia pubblicamente con il concerto del 24 giugno dello stesso anno, prosegue probabilmente con altri concerti nei salotti (fig. 6) della Parigi bene fino ad arrivare a gennaio dell’anno successivo, e arriviamo qui a un’altra piccola scoperta.
Fig. 6 – Tipico Salotto parigino (Marescot, 1825)
Il concerto del 7 gennaio 1815 in realtà fu preceduto da un’altra sua esibizione avvenuta due giorni prima, vale a dire il 5 gennaio, sempre nel foyer della Sala Olympique e fu un concerto molto apprezzato, tra l’altro, la recensione apparsa il giorno dopo, venerdì 6, su La Quotidienne (fig. 7) lascia intendere che il pubblico parigino conoscesse bene le qualità del chitarrista e, per questo, si riversò numeroso a riempire il foyer della Sala Olympique.
“Il signor Sor ha tenuto un concerto questa sera nel foyer della Sala Olympique; gli esponenti delle élites più prestigiose, che questo famoso chitarrista aveva deliziato con il suo talento davvero straordinario, sono venuti a saldare il loro debito con la loro presenza. Un incidente ha causato un po’ di confusione nel concerto: il Sig. Consul, avendo avuto un’improvvisa indisposizione era assente e si è fatto ricorso tre volte alla Signora Giacomelli, sulla quale non abbiamo contato spesso, e al Sig. Giacomelli sul quale non abbiamo mai contato.”
La Quotidienne, 6 gennaio 1815, p. 3
Fig. 7 – La Quotidienne, 6 gennaio 1815, p. 3
Il Signor Consul, sostituito dal Giacomelli, dovrebbe essere Domenico Consul, un cantante italiano o di origini italiane di cui non conosciamo quasi niente se non che fosse un cantante abbastanza affermato del Théâtre des italien di Parigi oltre che interprete di varie opere sacre.
Madame Giacomelli (fig. 8) è l’artista Sophie Janinet, nota anche come Sophie Giacomelli, nata Geneviève Sophie Billé (Parigi, 1779 – ivi 1819), in realtà è principalmente una pittrice ed eccellente incisore francese ma nel 1802, quando sposò il musicista italiano e maestro di cappella Joseph-Marie-Juvenal Giacomelli, iniziò una nuova carriera come cantante.[7] In quegli anni la Giacomelli godeva di un discreto successo, come si evince dai giornali d’epoca e dagli importanti ruoli che ricopri nei vari teatri parigini, malgrado la sua voce fosse ritenuta più idonea a piccole sale. Cantò anche in uno dei concerti pubblici di Carulli.
Fig. 8 – Madame Giacomelli (Parigi, 1779 – ivi 1819)
Sono riuscito a trovare anche una rarissima immagine del famoso foyer (fig. 9) del Théâtre Olympique dove tenne il concerto Sor e qualche anno prima Carulli.
Fig. 9 – Foyer (Sala da concerto) del Théâtre Olympique
E finalmente arriviamo al 7 gennaio, sempre del 1815, al concerto a cui partecipò Sor, come special guest, a giudicare dalle recensioni.
Mangado nel suo articolo riporta il programma e accenna solamente a una critica apparsa sul Journal de débats politiques et littéraires senza trascriverla integralmente, limitandosi a dire che si tratta di “una breve recensione che elogiò la performance del flautista [Guillou, organizzatore del concerto] senza menzionare gli altri interpreti né le opere incluse nel programma.” In verità, sono riuscito a trovare qualcos’altro.
Il concerto è stato molto pubblicizzato, forse anche per la presenza del celebre flautista Guillon, l’annuncio e il programma appariranno identici il 4 e il 5 gennaio rispettivamente su La Gazette de France e sul Journal de débats politiques et littéraires , mentre sul Journal de débats… del 4 e 7 (fig. 11) gennaio uscirà solo l’annuncio.
La Gazette de France del 4 gennaio (fig. 10) scrive:
“Il concerto del Signor Guillou, artista della musica del Re e dell’Accademia Reale di Musica, è definitivamente fissato per Sabato 7 di questo mese, nel foyer della Sala Olympique, rue de la Victoire. Presso del biglietto: 6 fr.[anchi]. PROGRAMMA. Prima parte – 1° Sinfonia d’Haydn; 2°aria di Mayer, cantata dal Sig. Bégrez; 3° Concerto per flauto composto dal Sig. Bochsa figlio, eseguito dal Sig. Guillou; 4° Duo d’Orphée, cantato dalla Sig.ra *** e dal Sig. Bégrez; 5° Nuova fantasia per piano e corno inglese, composto dal Sig. Dugazon, eseguito dall’autore e dal Sig. Vogt. Seconda parte. 6° Concerto di violino composto dal Sig. Kreutzer senior (fig. 12), eseguito dal Sig. Kreutzer junior (fig. 13) ; 7° Aria italiana cantata dalla Sig.ra ***; 8° Nuova fantasia per chitarra, flauto e basso, composto dal Sig. Sor, eseguito dall’autore e dai Sigg. Norblin e Guillou. I biglietti sono disponibili presso i negozi di musica dei Sigg. Bochsa padre, rue Vivienne, n° 25, e presso Frery, place des Victoires, n° 8.”
Gazette de France del 4 gennaio 1815, p. 1
Fig. 10 – Gazette de France del 4 gennaio 1815, p. 1
Fig. 11 – Journal de débats politiques et littéraires 7 gennaio 1815, p. 1
Come si evince dal programma Sor chiude un tipico concerto sinfonico/operistico ottocentesco con una sua opera finora non individuata, la Nuova Fantasia per chitarra, flauto e basso che esegue con Norblin Louis Pierre Martin (fig. 14) al violoncello e Guillou (fig. 15) al flauto e che, lo apprendiamo da una nuova recensione del concerto, è composta sul tema Gentil houzard, un’aria popolare che utilizzerà anche nell’opera 27, ma ci torneremo.
Tra gli artisti presenti nella prima parte del programma figurano: il cantante Bégrez, il pianista Dugazon e il cornista Vogt ma siccome nelle recensioni che seguiranno non verranno citati, o non destarono alcun clamore o, cosa molto più probabile, non vi presero parte. Non ci sarà nemmeno il cantante Bégrez per duettare con l’unica cantante, Madame Boulonger (fig. 16), cantante che al momento della presentazione del programma alla stampa ancora non era stata decisa (visti gli asterischi!).
Fig. 12 – Rodolphe Kreutzer (Versailles, 1766 – Ginevra, 1831)
Fig. 13 – Jean Nicolas Auguste Kreutzer (Versailles, 1788 Parigi, 1832)
Fig. 14 – Louis Pierre Martin Norbli (Varsavia, 1781 – Connantre, 1830)
Fig. 15 – Joseph Guillou (Parigi, 1787- S. Pietroburgo, 1853)
Fig. 16 – Marie-Julie Boulanger, nata Marie-Julie Halligner (Parigi, 1786 – ivi, 1850)
Di critiche del concerto, oltre all’unica citata da Mangado, ne appariranno una sulla Gazette de France di martedì 10 gennaio e un’altra il giorno dopo sul Journal de Paris. Quest’ultima la riporterò per intero mentre della prima proporrò solo due passaggi, poiché aggiungono alcuni dettagli della serata:
“Contrariamente a quanto avviene di solito, la parte vocale del concerto ha avuto meno successo di quella strumentale. La Signora Boulanger ha cantato due grandi arie, non adatte al suo talento, per cui non si è potuto applaudire che il volume della sua voce”.
e, su Sor, un’interessante considerazione:
“Il concerto si è concluso con una fantasia a tre strumenti, composti dal Sig. Sor. Abbiamo ascoltato una seconda volta il Sig. Guillou, e con un piacere non meno vivo, lo stesso Sig. Sor. Si è potuto vedere quanto quest’artista-dilettante ha saputo tirar fuori dalla chitarra e il modo brillante con cui la suona.”
Gazette de France, 10 gennaio 1815, p. 3
La nota forse più curiosa di quest’ultimo passaggio è che Sor sia definito un “artiste-amateur”, un dilettante, e non fu la prima volta. Infatti, nel suo Metodo, raccontando uno dei suoi tanti aneddoti sulla sua vita, dice di essere stato definito un chitarrista dilettante da un importante chitarrista, che io ho identificato con Carulli.
Non deve scandalizzarci l’appellativo “dilettante”, perché nell’Ottocento non aveva l’accezione negativa o offensiva di oggi, indica semplicemente qualcuno che seppur molto bravo e dotato nel suonare uno strumento non aveva seguito gli studi “ortodossi” per lo stesso. Tale termine esprimeva comunque una posizione di rispetto, tant’è che nella “Bibliographie musicale de la France” di César Gardeton del 1822, nella sezione dedicata ai musicisti di Parigi il titolo di “amateur” spesso veniva associato a Compositeur-amateur (sono i più numerosi), guitariste-amateur, violiniste-amateur, pianiste-amateur, ecc., e molti di loro svolgevano anche il ruolo di insegnanti.
Torniamo alla recensione del Journal de Paris dell’11 gennaio che molto probabilmente sarà anche l’ultima di un concerto pubblico di Sor a Parigi, scrive l’anonimo critico (fig. 17):
“SALLE OLYMPIQUE. Concert. Il Signor Guillou, maestro di flauto, ha tenuto sabato scorso [7 gennaio] al théâtre Olympique un concerto che ha riunito un buon numero di amateurs e anche la duchessa di Borbone ha voluto onorare con la sua presenza. L’orchestra è stata diretta dal Sig. Kreutzer; suo fratello [August] ha eseguito con grande precisione un concerto per violino; questo giovane artista sta facendo notevoli progressi. Madame Boulonger ha cantato due grandi arie italiane, molto difficili, ma molto insignificanti; non si può che esortare questa cantante a ricordare che l’espressione è la qualità più gradita in tutte le arti; le difficoltà stupiscono, l’espressione trascina. Il Sig. Guillou ha eseguito con raro talento un concerto per flauto di Bochsa. Si dice che il Sig. Guillou dovrà presto dare alcuni concerti in provincia; questa è una fortuna per le città che attraverserà. Il brano che ha creato maggior stupore è stato una fantasia del Sig. Sor per chitarra, basso e flauto, eseguito dall’autore, dal Sig. Norblin e dal Sig. Guillou. Inizialmente siamo stati stupiti dalla accostamento di questi tre strumenti ma, quando il Sig. Sor ha imbracciato la sua chitarra, nessuno più s’accorse che questo strumento, limitato, fosse destinato solo all’accompagnamento. Questa fantasia sull’aria famosa, Gentil houzard, ci procurò un grande diletto, e fu il momento in cui il pubblico importuno ha chiesto il bis”
Journal de Paris, 11 gennaio 1815, p. 4
Fig. 17 – Journal de Paris, 11 gennaio 1815, p. 4
Il programma e la fantastica recensione del Journal de Paris, oltre a descrivere in modo esaltante uno dei tanti momenti di gloria vissuti dal nostro Sor e dalla nostra tanto disprezzata chitarra (almeno dalla critica dell’Ottocento), ci fornisce, come già detto, la notizia dell’esistenza di un brano di Sor ancora oggi sconosciuto per chitarra, flauto e basso eseguito al violoncello da Norblin, il che fa supporre che la parte del basso sia scritta per uno strumento generico (cello, fagotto, ecc.).
Nelle variazioni op. 27 (fig. 18), elaborata sullo stesso tema popolare, si evince una chiara, e tipica per Sor, scrittura a tre parti (fig. 19), il che ci permette di ipotizzare che la Fantasia possa esser servita per costruire le suddette variazioni.
Fig. 18 – Sor Op. 27, frontespizio
Fig. 19 – Sor Op. 27, Tema Gentil Hausard
Mangado scopre anche che l’ultimo concerto di Sor tenuto in Francia in questi anni non fu a Parigi, bensì a Ruen (fig. 20) l’11 marzo 1815, lungo la strada che lo porterà a Londra e nel suo già citato saggio presenta solo l’annuncio del concerto e il programma apparso sul Journal de Rouen lo stesso giorno.
Fig. 20 – Veduta di Rouen
In verità sullo stesso giornale la notizia era già presente anche il giorno prima (fig. 21):
GRAN CONCERTO VOCALE E STRUMENTALE. Domani sabato, gran concerto vocale e strumentale, nella sala dei Signori Appassionati, dove il Signor Sor, noto per il suo talento sulla chitarra, si farà ascoltare. PROGRAMMA. 1a parte – 1° Grande Sinfonia di Haydn; 2° Sonata per chitarra composta ed eseguita dal Signor Sor; 3° Aria francese cantata dal Signor Despéramont; 4° Tema variato sulla chitarra dal Sig. Sor; 5° Duo di Cimarosa cantato dai Sigg. Despéramont e Sor. 2a parte – 6° Ouverture per grande orchestra composta dal Sig. Sor; 7° Concerto per chitarra composto ed eseguito dal Sig. Sor; 8° Aria italiana cantata dal Sig. Despéramont; 9° Ouverture da Jeune Henri eseguita sulla chitarra dal Sig. Sor; 10° La Gasconne, cantata dal Sig. Despéramont accompagnato con la chitarra dal Sig. Sor. Si potranno trovare i biglietti d’entrata presso il Sig. Desroques, liutaio, rue des Carmes; e presso il Sig. Brière, anche lui liutaio, rue Grand Pont.“
Journal de Rouen, 10 marzo 1815, p. 4
Fig. 21 – Journal de Rouen, 10 marzo 1815, p. 4
Anche quest’annuncio fornisce parecchie notizie, la più curiosa è sicuramente quella che ci fa conoscere un altro lato artistico di Sor, quello di cantante. Per dare maggiormente l’idea delle sue qualità canore, poiché non si tratta dell’unica volta in cui si esibisce, vorrei riportare un aneddoto riguardo a uno dei concerti tenuti a Londra in cui viene elogiato per le sue doti canore. Il concerto si svolge il 21 luglio 1816 e come già fatto in altre altri concerti Sor canta imitando lo stile di Crescentini , a svelarcelo è Ledhuy, presente anche lui al concerto:
“Invitato a una festa alla presenza del Duca di Sussex, fratello del Principe Reggente, quest’ultimo gli raccontò della sua permanenza in Italia e della predilezione per Crescentini, che Sor aveva conosciuto a Madrid quando dava lezioni a Mademoiselle Colbran (Sig.ra Rossini). Il Duca iniziò a canticchiare una delle melodie di questo famoso cantante e Sor si offrì di cantarla nello stesso stile dell’autore. Ci è riuscito così bene che i giornali inglesi che hanno riportato il resoconto di questa serata hanno scritto: “Se il modo di suonare la chitarra di Sor annuncia un grande compositore, il suo modo di imitare Crescentini annuncia un grande maestro di canto”. Da quel momento siamo andati da lui per delle lezioni di canto”.
Bryan Jeffery, op. cit., pp. 50-51
A proposito del duetto di Sor con il cantante locale, Mangado precisa che si tratta di François-Noël Despéramons (Toulouse, 1783 – ivi, 1848) (e non Desperamont).
Continuando ad esaminare bene il programma emergono dettagli rilevanti sui brani che resteranno tuttavia fuori dalla produzione catalogata e pubblicata da Sor, l’Ouverture tratta e da Le Jeune Henri di Méhul (amico e sostenitore di Sor) e gli altri anonimi brani, come sostiene anche Mangado, dovrebbero rientrare nella produzione più prossima alla data del concerto.
La “Sonata” potrebbe essere l’Op. 14 o l’Op. 15b e il “Tema variato” invece, potrebbe essere l’Op. 3, tutti pubblicati a Parigi da Castro, nel suo Journal de Musique Etrangère pour la Guitare ou Lyre, intorno al 1810, ma il brano più interessante rimane senza dubbio il “Concerto de guitarre”. Mangado, giustamente, si chiede se si tratta di un concerto per chitarra e orchestra, se così fosse sarebbe una bellissima novità!
Ma ne dubito perché, alla luce di quanto riportato da B. Jeffery[8], Sor, nel concerto tenuto a Londra il 24 marzo 1817, suonò un brano intitolato “Concertante for Spanish guitar and string”, è possibile che si tratti dello stesso “Concerto de guitare” suonato all’incirca due anni prima. D’altronde nel repertorio chitarristico del primo Ottocento abbiamo almeno quattro esempi di brani per chitarra definiti “Concerti” che in realtà altro non sono se non brani per chitarra e quartetto d’archi, si tratta dei Concerti di Vidal, di Lhoyer e i due di Doisy. Per il primo e vero concerto a piena orchestra dobbiamo far riferimento a quelli di Carulli e Giuliani.
In conclusione, auspicando che qualche zelante e fortunato ricercatore riesca a rintracciare le partiture della “Fantasia per chitarra, flauto e basso” e del “Concerto per chitarra”, spero di aver contribuito a fare un altro poco di luce sull’arrivo di Sor a Parigi, e malgrado il mio essere un grande fan di Carulli, non posso negare, alla luce anche di quanto scoperto che l’apparizione del maestro spagnolo sulla scena parigina cominciò a sparigliare un pochino le carte a Carulli, fino ad allora considerato da tutti l’unico indiscusso e insuperabile maestro della chitarra.
* Per correttezza mi sembra giusto segnalare che la notizia riguardo al primo concerto di Sor a Parigi, che pensavo fosse una mia novità, in realtà era già apparsa nella terza edizione della biografia su Fernando Sor curata da B. Jeffery per i tipi della Tecla. Purtroppo essendo uscita solo online e in piena pandemia (maggio 2020) a oggi rimane un’edizione non moto conosciuta dalla maggior parte degli studiosi e appassionati.
[1] Bryan Jeffery, Fernando Sor – Composer and guitarist, U.S.A., C. Hansen, 1977, p. 43.
[2] Mangado Artigas Josep Maria, Fernando Sor (1778-1839): documenti inediti. Riflessioni e ipotesi, il Fronimo, n. 172, 45-54, n. 173, 18-31, n. 174, 33-43, n. 175, 9-24, n.176, 35-45. (anni 2015-2016).
[3] Mangado Artigas Josep Maria, op. cit., n. 173, pp. 25-28.
[4] Fernando Sor: Fantaisie pour la Guitare, [op. 7], anuncio en la Bibliographie de la France del 3 de septiembre de 1814, in https://fernandosor.es/.
[5] François-Joseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, Tome septième, Bruxelles 1841, p. 181. “Péchignier (Claude-Gabriel), né à Paris [1782-1866], entra comme élève au Conservatoire de cette ville, 1797, et y reçut des leçons de Lefebvre pour clarinette. En 1801 il obtint le second prix de cet instrument au concours, et l’année suivante le premier prix lui fut décernée. Apres avoir été attaché aux orchestres des théâtres de second ordre, il est entré à celui de l’Opéra, en 1818, et y est encore (1840). Cet artiste a publié de sa composition un thème varié pour clarinette et orchestre, Paris, Dufant et Dubois.”
[6] Mangado Artigas Josep Maria, op. cit., n. 173, pp. 18-25.
[7] François-Joseph Fétis, op. cit., Tome quatrième, Bruxelles, 1837, p. 323.
[8] Bryan Jeffery, op. cit., p. 52.
Un sincero e sentito ringraziamento all’amico e collega M° Antonio Aprile per i preziosi consigli nella revisione dell’articolo e all’amico Prof. Peppe Cavallari per la supervisione nella traduzione di alcuni brani in francese.
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