A cura di Romolo Calandruccio
Nella mia biografia su Ferdinando Carulli, pubblicata sulla rivista di chitarra “Il Fronimo”1, avevo formulato una ipotesi riguardo al periodo compreso tra la sua residenza a Livorno e l’arrivo a Parigi, ovvero che
“la presenza di numerosi manoscritti in vari fondi musicali del centro-nord Italia, l’attività editoriale con Re, Monzino e Ricordi a Milano, alcune dediche a personaggi di Reggio Emilia, di Modena, di Parma e amicizie comprovate a Bologna farebbero pensare a una presenza e a un’attività concertistica di Carulli in quelle regioni.”2
Tra le amicizie emiliane ci sono il cornista Paolo Advocati di Reggio Emilia, il pittore e incisore Paolo Stanislao Francesco Toschi di Parma. Per quanto riguarda Bologna, avevo documentato l’amicizia con il dottor Francesco Palazzi, attraverso una lettera del 1830 anche se suppongo si conoscessero già da tempo. Il Palazzi era un appassionato di musica e, oltre a essere amico intimo di Rossini (da come si evince nella lettera a Carulli), risulta essere socio della Società del Casino, dalla sua apertura in palazzo Lambertini nell’aprile del 1810 fino a tutto il 1822.3
Purtroppo la pandemia mi ha costretto a sospendere la ricerca sul campo per trovare dei riscontri, fortunatamente la ripresa ha dato buoni frutti.
Oggi sono in grado di confermare quell’ipotesi, o perlomeno di certificare la presenza di Carulli come concertista nella città di Bologna. Inoltre, questa scoperta delinea in modo più preciso anche la presunta data di partenza dall’Italia della famiglia Carulli e quella di arrivo a Parigi.
Sfogliando i giornali bolognesi del 1807/1809 si evince come Bologna fosse una città molto attiva musicalmente: oltre agli annunci degli spettacoli dei teatri più grandi come il Gran Teatro Comunale, il Teatro del Corso, Teatro Mersigli, la Gran Sala del Liceo, l’Accademia filarmonica, troviamo anche diversi annunci e recensioni di Accademie vocali e istrumentali organizzate dall’Accademia Polinniaca e l’Accademia dei Concordi. Ai concerti pubblici, come scrive Elena Musini, si aggiungevano anche molti circoli e salotti particolarmente attivi negli anni sui quali stiamo indagando
“[…] Sulla scia del modello della chambre bleu di Madame de Rambouillet, il luogo privilegiato della sociabilità femminile bolognese divenne, almeno a partire dalla fine del XVIII secolo, il salotto. Qui le donne dell’aristocrazia e alta borghesia bolognese, colte e raffinate, si riunivano per discutere di arte, letteratura e poi anche di politica. […]”.
Per quanto riguarda il primo decennio dell’Ottocento, la Musiani cita anche quali fossero i salotti più in voga a Bologna
“le riunioni conviviali assunsero maggiormente l’aspetto dei cenacoli e dei circoli letterari e musicali, come nelle case di Maria Brizzi Giorni, Teresa Carniani Malvezzi e nel salotto-giardino di Cornelia Rossi Martinetti […]”.
Ma veniamo alla novità su Carulli. Il giornale bolognese Il redattore del Reno del 4 marzo 1809 recensisce un concerto tenutosi all’Accademia dei Concordi il 27 febbraio durante il quale si è esibito il nostro Carulli:
“[…] Mentre abbiamo accennato il nostro desiderio perché al piacere in sì commendevole istituzione non ne sia disgiunto l’utile, passeremo di volo sui nomi de’ valenti che si distinsero nella sera sopraindicata. Il celebre Sig. Carulli gran suonatore di Chitarra, per cui il nostro gentil poeta diede l’aggiunto di Carullia alla lira indicando la chitarra suonata da amabile donzella, fece prova solenne del suo raro valore. Applausi molti riscossero la Signora Stassi e il Sig. Antonio Torri dilettanti di canto; e prima di essi il Sig. Giuseppe Lipparini musico di cartello. Gli altri Cantanti contribuirono pure a rendere gradita l’Accademia, che è stata una delle più belle ed ordinate avute nell’anno corrente”.
Il recensore, oltre a confermare l’enorme successo riscosso da Carulli, utilizza l’aggettivo “celebre” molto spesso affiancato al suo nome negli annunci e nelle recensioni dei suoi concerti e nelle pubblicità di suoi brani. Viene riportata anche una nota curiosa in quest’occasione perché, in onore di Carulli, uno dei partecipanti al concerto, molto probabilmente un letterato, arriva scherzosamente ad attribuire l’appellativo di Carullia alla chitarra suonata da una amabile donzella durante l’accademia. Come in ogni Accademia non potevano mancare i cantanti tra i quali spicca il nome di Giuseppe Lipparini che sembra essere un famoso buffo comico del tempo.
Come accennato sopra, quest’evento ci aiuta anche a definire meglio la tempistica del viaggio verso Parigi confermando la mia ipotesi e confutando definitivamente le affermazioni di alcuni biografi che fissavano l’arrivo di Carulli a Parigi nel 1808. Nei miei articoli riguardo al viaggio verso Parigi, ipotizzavo che Carulli fosse partito dall’Italia all’inizio della primavera del 1809. Le mie deduzioni sono state dettate dalla considerazione che in quel periodo le condizioni climatiche fossero certamente più favorevoli per affrontare un viaggio così lungo e dalla notizia apparsa in un articolo sulla “Gazette de France” del 5 maggio 1809
“Il Sig. Carulli, musicista italiano, in questo momento è a Parigi. Quest’artista, peraltro abile compositore, esegue sulla chitarra brani difficili e con un tale grado di perfezione, che non se ne può avere una giusta idea senza averlo ascoltato. Le persone che hanno avuto questo piacere non riescono a concepire come si possano ottenere degli effetti così straordinari su uno strumento naturalmente ingrato. Il Sig. Carulli ha in programma di dare presto un concerto”.
In un altro articolo7 questa volta del 13-14 maggio 1809 troviamo la testimonianza della novità artistica presente da poco a Parigi
“Mai i concerti furono più alla moda come da qualche tempo. Di volta in volta i Kreutzer, i Rode, i Boillot, i Libon, i Gebauer, i Lahoussaie, i Blagini, i Boerman, i Bontempo e altri nuovi Orfeo, eccitano l’entusiasmo della società più brillante di Parigi. […] Un altro artista occupa tutti i circoli di Parigi: è il Sig. Carulli, napoletano, che tira fuori dalla chitarra un lato finora sconosciuto; su questo strumento esegue tutto ciò che può essere eseguito con il pianoforte e con l’arpa. Il Sig. Carulli aggiunge a questo talento straordinario, quelli di un eccellente compositore e di un buon cantante. Presto darà un concerto di cui possiamo prevedere il successo”
L’affermazione “Carulli […] in questo momento è a Parigi” e la presentazione di una novità “Un altro artista occupa tutti i circoli di Parigi: è il Sig. Carulli” fa presupporre che vi sia arrivato da poco, tant’è che il primo concerto pubblico lo terrà il 15 maggio 1809 nel foyer della Salle Olympique, tappa obbligata per tutti gli artisti che debuttavano a Parigi.
Pertanto, incrociando i dati del concerto di Bologna avvenuto il 27 febbraio 1809 con la notizia della sua presenza a Parigi nel periodo precedente al 5 maggio, considerato che la durata di un viaggio in carrozza Milano-Parigi di circa 15 giorni8, è più che ragionevole pensare che Carulli arrivò a Parigi tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile.
Alla luce di queste considerazioni ritengo che il concerto di Bologna fu molto probabilmente l’ultimo realizzato in Italia. In aggiunta alle prove finora fornite, c’è un brano manoscritto9 di Carulli intitolato “Addio ai bolognesi”.
La dedica fa presupporre che avesse molti ammiratori e amici in quella città e li voleva omaggiare prima della sua partenza definitiva dall’Italia. Il titolo di questo brano molto probabilmente fu cambiato in seguito e allargato a tutti i suoi amici italiani in “ADDIO di Carulli in occasione della sua partenza dall’Italia, dedicata ai suoi amici”, quest’ultimo presente in una raccolta manoscritta delle sue Sonate Sentimentali più famose.
I due manoscritti sono quasi identici, anche se il primo potrebbe essere una copia scritta dallo stesso Carulli con la tipica scrittura chitarristica, “stenografica”; mentre il manoscritto della biblioteca Saffi di Forlì è scritto in modo molto più chiaro, da copista, con la maggior parte della polifonia delle voci espressa e con molte indicazioni agogiche.
Inoltre, il manoscritto di Monaco presenta una sola didascalia legata alla musica, nel Lento a pagina 9: “Esprime il dolore ei sentimenti d’Amicizia”;
mentre nel manoscritto di Forlì alla didascalia simile posta nello stesso punto del Lento “Esprime il sentimento di dolore, e della più viva riconoscenza”, si affiancano le didascalie “addi, addi, addio” e “Si consola sperando di rivedere ben presto i suoi amici” in altri due punti della composizione.
Un altro piccolo tassello alla biografia di Carulli è stato aggiunto. Spero che questa mia scoperta possa servire come punto di partenza per altri ricercatori, essendo convinto che “scavando” in quel territorio si possano trovare altri reperti storici carulliani interessanti. Io lo sto facendo!
1 ROMOLO CALANDRUCCIO, Ferdinando Carulli (Napoli, 09.02.1770 – Parigi, 14.02.1841): un aggiornamento biografico tra dati storici e ipotesi a 250 anni dalla nascita, su il Fronimo nn. 191, 192 del 2020; n. 193, 194, 195, 196 del 2021 e n. 197 del 2022.
2 R. CALANDRUCCIO, Ferdinando Carulli…op. cit, il Fronimo n. 193 gennaio 2021, p. 7.
3 Notizie riferitemi dalla dott.ssa Silvia Benati che ringrazio per la grande disponibilità di condivisione dei suoi studi e per l’aiuto nella mia ricerca su Carulli a Bologna.
4 SILVIA BENATI, La musica nella società del Casino a Bologna dal 1810 al 1823, nel paragrafo “L’offerta musicale a Bologna nei primi anni dell’Ottocento scrive: “Non erano scarse le occasioni di ascoltare musica a Bologna negli anni considerati nella presente ricerca. […] le “accademie”, più spesso vocali e strumentali (canto e orchestra o strumenti solisti), spesso solo vocali (col solo accompagnamento del pianoforte), rarissimamente, per non dire mai, solo strumentali (strumenti solisti e orchestra). La versione bolognese del concerto pubblico nasceva dalla contaminazione del dilettantismo aristocratico settecentesco con il melodramma caro alle emergenti classi borghesi, complice la caduta del potere temporale del papa, che aveva determinato non solo uno spostamento degli interessi anche economici dall’interno all’esterno delle chiese, ma anche una rottura degli schemi di ascolto e delle autorità deputate a far musica. Le accademie ebbero i primi esempi pubblici in epoca rivoluzionaria, come nelle ricordate accademie in casa dei fratelli Gioannetti, con la Maria Brizzi che suonava il pianoforte e accompagnava il canto di Giuseppe e Rodolfo. In esse, la letteratura cameristica per strumenti solisti (pianoforte, violino, violoncello, oboe, ma anche arpa, chitarra, fagotto) o per piccole formazioni (trii, quartetti), si alternava e cedeva il passo a quella vocale, che proponeva arie e pezzi d’assieme dalle opere più note e imponeva sull’altra il proprio strapotere con la voga delle trascrizioni e delle variazioni strumentali su temi vocali celebri. […]”. Vedi pure: MARINA CALORE, Storie di teatri, teatranti e spettatori in http://badigit.comune.bologna.it/spettacoli/storiediteatri5.htm
5 M. CALORE, Op. cit., : “l’Accademia dei Concordi, scelta compagine orchestrale istruita e diretta da Tommaso Marchesi, ebbe un protettore illustre nella persona del marchese Massimiliano Angelelli e si fece conoscere mediante una serie di concerti, dati a palazzo Orsi, che fu la sua prima sede. Ottenne quindi l’autorizzazione a far uso della “Gran Sala” del Liceo filarmonico, per esecuzioni di notevole impegno […] Nei due anni seguenti [al 1808] essa produsse una serie di accademie vocali e strumentali molto apprezzate e nel 1811 l’oratorio delle Stagioni in occasione della nascita del figlio dell’Imperatore. L’apertura al pubblico di nuovi spazi per la musica divenne entro breve tempo un’esigenza sentita da più parti, e ritenuta assai utile soprattutto per i giovani artisti appena diplomati al Liceo filarmonico e per i nuovi compositori desiderosi tutti di farsi conoscere. In tal senso, a poco potevano servire le sale private gentilmente messe a disposizione, ma alle quali si accedeva solo per invito, come quella del marchese Sampieri, compositore dilettante di talento, che nel 1809 aprì la propria casa per ospitare qualche concerto, sperimentando così le sue doti di efficiente organizzatore di trattenimenti musicali che lo portarono ad essere per più di un quarantennio “direttore della musica” presso la Società del Casino di Bologna. […]”. Riguardo alla proposta musicale scrive SILVIA BENATI, op. cit, ““Accademie” come descritte sopra erano i trattenimenti che dava la Società dei Concordi, “lodevolmente fondata dal valente Sig. Maestro Tommaso Marchesi Accademico Filarmonico” attorno al 1807, che voleva essere “un’armonica istituzione che non risparmia spese né cure nel progresso, e nel coltivamento dell’arte musica fra i suoi, così detti, Amatori”. Se la media dei trattenimenti proposti non si discostava dal cliché abituale, i Concordi furono però capaci di inserire frequentemente nei loro programmi la musica di Haydn, e di renderla, se non amata (essa era pur sempre musica tedesca, e rimaneva “profonda e disastrosa, ed arcana forsanche alla maggior parte degli ascoltanti”), almeno accettata e, anche se con meraviglia e un po’ di sospetto, goduta. Merito principale di queste benemerite operazioni (“non dimenticheremo giammai che per questa [Accademia] la Creazione del mondo e Le stagioni di Hayden furono la prima volta gustate in Bologna e n’eccitarono entusiasmo”) l’aveva Massimiliano Angelelli, che “acerrimo cultore, come è, degli studi delle buone lettere, tal si mostra egli pure della vera Musica”, promuovendo l’esecuzione delle musiche di cui era proprietario”.
6 ELENA MUSIANI, Circoli e salotti femminili nell’Ottocento. Le donne bolognesi tra politica e sociabilità, Bologna, Clueb, 2003. Fonte: https://www.storiaememoriadibologna.it
7 Journal des Arts des sciences, de litterature et de politique, Samedi et Dimanche 13 et 14 Mai 1809, 10e Année 4° Trim., pp. 101-103.
8 Fonte: https://www.milanocittastato.it. Nel mio articolo formulo ipotesi anche su altri possibili tragitti per il viaggio verso Parigi, ma non credo che il tempo impiegato possa essere molto diverso.
9 FERDINANDO CARULLI, Addio ai bolognesi|per chitarra| del Signor Ferdinando Carulli. Fonte: Münchner Stadtbibliothek im HP8.
10 “NAPOLEONE il Grande al Tempio della Gloria; LA TEMPESTA ossiano Gli amori di Nice e Fileno; Gli AMORI di Adone e Venere. Il manoscritto si trova presso la Biblioteca Comunale Aurelio Saffi di Forlì.