Haydn, Mozart, Beethoven e Rossini
Il programma qui proposto è costruito attorno a uno dei chitarristi più rivoluzionari e famosi dell’Ottocento, Ferdinando Carulli. Nonostante l’importante fama raggiunta nella sua epoca e le quasi 500 opere composte, Carulli oggi viene ricordato prevalentemente per le opere didattiche, mentre resta di rara esecuzione il repertorio per chitarra sola e quello di musica da camera con chitarra che, lo ricordiamo, comprende 224 opere, di cui 76 per duo di chitarre. I Brani eseguiti stasera sono, con l’unica eccezione del pezzo di apertura, trascrizioni di celebri arie rossiniane o di brani pianistici o ancora orchestrali degli autori “classici” per eccellenza vale a dire Haydn, Mozart e Beethoven. Ricordiamo che la trascrizione era molto diffusa nell’Ottocento e favorì non poco la diffusione della pratica musicale tra gli amatori, fornendo loro un repertorio di sicura presa, celebre e alla moda, spesso di non difficile esecuzione, ideale quindi per le occasioni salottiere tanto in voga in quell’epoca. Carulli fu dell’arte del trascrivere, un maestro eccelso, tanto da inserire nell’Opera l’Harmonie Appliquée à la guitare un breve saggio su come realizzare una trascrizione, fornendo vari esempi e proponendo la trascrizione di alcuni brani per orchestra tra cui un’aria da Le nozze di Figaro di W. A. Mozart.
Il Duettino n. 1 dall’Op.1 con cui si apre il concerto è, dicevamo, l’unico brano originale per due chitarre presente in programma, primo numero d’opera del vasto catalogo presenta già le peculiarità dell’intera opera di Ferdinando Carulli, cioè una perfetta sintesi di semplicità e bellezza.
La Simphonie d’Haydn Op. 152 (Parigi, 1822) che segue è in realtà il primo movimento della Sinfonia London n. 104 di Franz Joseph Haydn (prima esecuzione 1795) e rappresenta bene il lavoro che Carulli opera su questa formazione, ricercandone le possibilità timbriche e dinamiche che meglio possano ricondurre all’idea orchestrale del brano stesso.
A seguire l’Andante et Rondeau de Mozart Op. 167 e l’Andante Varié et Rondeau Musique de Beethoven Op. 155 (ancora Parigi 1822), brani originariamente composti per il pianoforte e da Carulli trascritti per il duo di chitarre col risultato di non suscitare alcuna nostalgia per la destinazione strumentale originaria e anzi farne apprezzare colori e sfumature difficili da immaginare sul pianoforte o fortepiano.
Le versioni originali per strumento a tastiera per l’Andante e il Rondeau di Mozart corrispondono a due rondò rispettivamente delle Sonate K. 545 e K. 485 (composte nel 1788 e 1786), mentre di Beethoven viene trascritto il primo tempo e l’ultimo (Andante Variato e Allegro) della Sonata n. 12 Op. 26 (1801).
Il programma si conclude con un grande classico dell’Opera, Rossini. Verrà eseguito un pot-pourri di arie famose, la Petite Fantasie sur des Airs de Rossini Op. 200, probabilmente del 1822, tratte soprattutto dalle opere più amate da Carulli e dal pubblico il Barbiere di Siviglia (1816), Tancredi (1813) e La Gazza Ladra (1817).
PROGRAMMA
(Napoli 1770 – Parigi 1841)
Duettino N. 1
Dai Trois Petits duos Nocturnes Op. 1
Larghetto con espressione
Pollacca
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Simphonie d’Haydn Op. 152
Adagio
Allegro
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Andante et Rondeau de Mozart Op. 167
Andante
Rondeau Allegretto
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Andante Varié et Rondeau Musique de Beethoven Op. 155**
Tema Andante
4 Variazioni
Allegro
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Petite Fantasie sur des Airs de Rossini Op. 200
Fragmens de l’Ouverture du Barbier de Seville – Andante Maestoso
Cavatine de Tancrede – Moderato
Duo du Comte et Figaro, dans le Barbier – Maestoso
Cavatine de Figaro – Allegretto
Cavatine de Rosine – Andante
Cavatine de Tancrède – Moderato
Introduction du Barbier – Allegretto
Strumenti utilizzati:
Romolo Calandruccio: Claude Petré à Paris del 1820 ca.
Antonio Aprile: René François Lacôte del 1835